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Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre del 1901 (bilancia).
Sin da piccolo mostrò grande interesse e grande propensione verso la matematica e la fisica e, alla morte di suo fratello Giulio, compagno di gioco, nel 1915, strinse una forte amicizia con Enrico Persico, con cui si incontrava per discutere di problemi scientifici, fare esperimenti e scambiarsi idee. Essi, inoltre, si procuravano libri che trattassero argomenti di matematica e fisica e li studiavano nel periodo in cui frequentavano il liceo. Fermi, poi, si iscrisse alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si laureò nel 1922 con una tesi sperimentale sulla diffusione dei raggi X da parte dei cristalli curvi e sulle immagini che si possono ottenere in tal modo. In seguito si recò a Gottingen per una borsa di studio, conoscendo quindi nuovi studiosi e assimilando le idee che poi avrebbero portato alla meccanica quantistica. Al suo ritorno in Italia, Fermi fu presentato da Persico al professore di fisica Corbino, il quale, affascinato dalla sua maturità culturale e colpito dalla sua grande intuizione, gli offrì un posto all'università di Roma, che il giovane volentieri accettò. Da quel primo incontro fino alla morte di Corbino, i due strinsero un legame di amicizia e profonda stima reciproca, poichè da un lato l'anziano professore ammirava le notevoli capacità d'ingegno di Fermi, e dall'altro lo stesso Fermi era ammaliato dalle qualità di quest'uomo, dotato di un fervido spirito di animatore degli studi di fisica in Italia. Nel 1924, Fermi si recò a Leiden, per una borsa di studio e qui conobbe Elirenfest, che aveva dato grandi contributi al campo della statistica, Kronig e Uhliibeck. In questo ambiente particolarmente stimolante egli riuscì ad integrarsi perfettamente e a trovare le motivazioni giuste per affrontare problemi di carattere fondamentale. Tornato in Italia, un anno dopo, ricoprì il ruolo di docente a Roma, dove si adoperò per creare in Italia una scuola di fisica, con l'aiuto di Corbino e Rasetti. Negli anni 1926-38 si formò allora il gruppo dei ragazzi di via Panisperna, composto da Ferretti, Majorana, Racah, Wick, Pontecorvo, Segrè e D'Agostino.
La attività di ricerca di Enrico Fermi può essere suddivisa in tre periodi: il primo che va dal 1921 al 1933, il secondo dal 1934 al 1949 e il terzo dal 1950 al 1954.
Al primo risalgono circa ottanta lavori sull'elettrodinamica, sulla fisica atomica, molecolare e di stato solido e sulla statistica antisimmetrica. Inoltre si occupò di un nuovo modello di atomi, che viene ancor oggi utilizzato in problemi di astrofisica e elaborò teorie su vari fenomeni inspiegati, come l'effetto Raman, l'effetto della pressione sulle righe spettrali.
Il secondo periodo dell'attività di ricerca di Fermi va dal 1934 al 1949 e riguarda
la fisica e le sue applicazioni. Sviluppò, infatti, la teoria della disintegrazione dei nuclei radioattivi, teoria che costituisce ancor oggi il fondamento delle più moderne trattazioni delle interazioni deboli. Inoltre scoprì l'assorbimento anormalmente elevato dei neutroni da parte di vari nuclei, l'esistenza in molti nuclei di risonanze caratteristiche, cioè di intervalli di energia molto ristretti entro i quali i neutroni vengono assorbiti dai nuclei in maniera eccezionale; infine il meccanismo del rallentamento degli elettroni. In questo periodo, compì vari viaggi negli U.S.A., ove tenne lezioni in alcune università e ricevette offerte per cattedre particolarmente importanti. Il trasferimento definitivo avvenne nel 1938 a causa delle leggi razziali che colpivano la moglie Laura, in quanto di origine ebraica. Negli Stati Uniti, insegnò alla Columbia University e qui riprese lo studio sul nucleare, dal momento che la scoperta della scissione dell'uranio provocata dai neutroni apriva nuove possibilità. Fermi fu allora uno dei primi a pensare alla reazione a catena e a rendersi conto delle utilità pratiche che essa avrebbe potuto avere. La guerra infatti era già scoppiata e il fisico italiano entrò a far parte del progetto Manhattan e nel dicembre del '42 costruì la prima pila nucleare; in seguito si trasferì a Los Alamos e, affidatogli il compito di consulente generale, si dedicò alla costruzione della bomba. Finita la guerra, nel 1946 giunse a Chicago, svolgendo attività di ricerca sui neutroni lenti.
Il terzo periodo dell'attività scientifica di Fermi è rivolto allo studio delle
proprietà dei mesoni, ottenendo risultati fondamentali, fra i quali si ricorda la scoperta della produzione, nell'urto pione-protone, della prima risonanza chiamata poi A(1236).
Trascorse gli ultimi anni di vita a Chicago, malato ma molto sereno fino al giorno della morte che fu il 29 novembre del 1954.
Fermi è attualmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati mai esistiti; fondamentali i suoi contributi in termodinamica, astrofisica, elettrodinamica, fisica atomica, molecolare, nucleare. Notevoli anche le sue qualità di maestro dotato di entusiamo eccezionale e di grande senso di umanità e semplicità.
Per approfondire:
Enrico Fermi: un italiano, un fisico |